Nella quotidianità siamo soliti utilizzare diversi enunciati che fanno riferimento alla nostra memoria «Mi viene in mente…» «Questa cosa mi ricorda che…» «Ho la memoria breve…» «Non ricordo…».
Ma cosa c’è di vero dietro questi modi di dire? Quali bias nascondono? Ed infine, quale legame esiste tra tutto ciò e la Divina Commedia? Capiremo come l’opera di Dante è stata concepita per essere ricordata, attraverso una struttura ed immagini evocative ben precise, facilmente richiamabili alla nostra mente. Il Sommo Poeta sapeva infatti di avere bisogno di una chiave di decodifica affinché la sua opera venisse ricordata, ed ecco apparire cerchi, gironi, Inferno, Purgatorio e Paradiso. Ma cosa rappresenta davvero questo schema?
È un Palazzo della Memoria, custodito in ognuno di noi, che necessita di essere costruito, manutenuto, ed arredato. Questo si rende tanto più necessario nel mondo contemporaneo, caratterizzato da infodemia (pandemia informativa), in cui spesso abbiamo la pretesa di ricordare informazioni che per loro natura non sono memorabili, e su cui talvolta neanche abbiamo posto la dovuta attenzione. La buona notizia è che per ogni informazione esiste una strategia di apprendimento, per ogni speech abbiamo la possibilità di applicare precise tecniche di memorizzazione, per sostenere l’intelligenza ibrida esistono protocolli e meta abilità tutte de allenare.
Questo incontro è, di fatto, dedicato all’Arte di Apprendere.
Quadri curiosi di scoprire le potenzialità della mente e di approfondire i processi di attenzione, memorizzazione e (meta)apprendimento.
Particolarmente indicato per chi sperimenta frequentemente situazioni di Public Speaking e per chi opera nel Marketing e Comunicazione; Ricerca e Innovazione, Sviluppo.